Nonostante sia riconosciuto che nella Germania degli anni '20 sia nata la Nacktkultur ossia la cultura della nudità così come noi la concepiamo, o almeno come movimento FKK ("Freikörperkultur" ovvero "cultura del corpo libero"), vorrei fare un piccolo accenno a quelle figure controverse, intrise di idee anarcoidi, che nello stesso periodo hanno creduto di realizzare l'utopia di una società libertaria o, perlomeno libertina.
Premesso che in quel periodo esisteva in Italia anche un futurismo di sinistra o filo-anarchico, nella vicenda Fiumana e nella costituita Repubblica del Carnaro, è possibile individuare un intreccio tra idee anarcoidi e la forma artistica del futurismo, in cui emerge la figura di Guido Keller.
Guido Keller nasce a Milano nel 1892 (o 1894) da un’antica famiglia aristocratica elvetica, i conti Keller von Kellerer, che si era trasferita in Lombardia verso la metà del Diciottesimo secolo. Personaggio eccentrico, “un po’ guascone e un po’ Don Chisciotte”, da molti definito “scapigliato”, esteta e uomo d’azione, appassionato di letteratura italiana e straniera, di arti figurative, musica, filosofia e sport, amante del rischio e refrattario alla disciplina e alle convenzioni.
Guido Keller fu fondatore a Fiume del gruppo Yoga - che aveva come simbolo la svastica e la rosa a cinque petali- un gruppo con tendenze esoteriche e Naturistiche; fu un fustigatore della frangia reazionaria fiumana (secondo quanto evidenziano gli scritti del gruppo Yoga pubblicati su Unione di spiriti liberi tendenti alla perfezione).
La svastica a quel tempo era semplicemente il simbolo del carro del sole, comune a molti popoli fin dall'antichità, in perfetto accordo con le tendenze naturistiche, nudismo compreso (secondo Giovanni Comisso).
Keller viene ritratto nudo ed abbronzatissimo in diverse foto del tempo.
Era solito dormire seminudo, appollaiato in cima ad un albero assieme alla sua aquila addestrata.
Se volete approfondire l'argomento vi invito a leggere il saggio di Claudia Salaris, “Alla festa della rivoluzione. Artisti e libertari con D’Annunzio a Fiume”, il Mulino, 2002.