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lunedì 6 settembre 2010

Pink Narcissus

Ve ne avevo accennato nell'articolo L'ALIBI DELLA CLASSICITA' NELLA RAPPRESENTAZIONE DEL NUDO MASCHILE e quindi vorrei oggi parlarvi di "Pink Narcissus" del regista James Bidgood, un classico della filmografia gay degli anni '70.
L'opera di Bidgood , iniziata nel 1963 e finita nel '71, fu inizialmente concepita come prodotto erotico della durata di dieci minuti (un ragazzo che si denudava in un'atmosfera onirica), ma divenne infine un lungometraggio, destinato al circuito "erotico" esistente negli anni immediatamente precedenti la liberalizzazione della pornografia vera e propria, subito oggetto di culto da parte della comunità gay.
Il film (girato interamente nell'appartamento del regista) era una sorta di metafora del cammino verso il coming out di un giovane prostituto (interpretato dall'efebico Bobby Kendall), innamorato di se stesso e del proprio corpo, ovviamente esibito generosamente, che si masturbava grazie alle fantasie erotiche più barocche e sfrenate, per evitare di affrontare il mondo dei suoi simili, che gli appare cupo e terrorizzante (la scena in cui Kendall passeggia per una strada popolata di personaggi gay, che mescola elementi d'inferno e di paradiso, è un vero "classico" del genere). Nelle sue fantasie, è di volta in volta un torero, uno schiavo dell'antica Roma, un sultano orientale o il Narciso della mitologia greca e romana.
Alla fine il giovane "rompe lo specchio", e accetta la propria omosessualità e quella degli altri: una nuova vita lo attende.
Tutto questo avviene per mezzo di simboli e metafore, a volte trasparenti, altre volte meno, specie per un pubblico non abituato al linguaggio della cultura gay.
I finanziatori, esasperati dai ritardi, rubarono letteralmente la pellicola dall'appartamento di Bidgood e la fecero uscire con un montaggio e una colonna musicale non approvati dal regista, che ritirò per protesta la propria firma.
Pink Narcissus uscì così a firma di "Anonymus", e per anni circolarono voci sul fatto che l'autore fosse in realtà Andy Warhol. La voce non aveva palesemente fondamento, come mostra al primo sguardo la differenza inconciliabile di stile fra i due artisti, ma certamente non nocque alla fama underground del film, che iniziò una "lunga marcia" che lo portò di lì a poco a diventare un'opera quasi mitica.
A Pink Narcisuss, è ormai riconosciuto un posto fra i "classici" della storia del cinema gay, al punto che qualcuno ha parlato di un'influenza di questo film sull'uso delle luci e delle ambientazioni in Querelle de Brest di Fassbinder.
In effetti più che da Fassbinder, è evidente che l'inconfondibile stile kitsch di Bidgood sia stato imitato e rielaborato da artisti quali Pierre et Gilles e David La Chapelle.
(fonti Wikipedia e altre)
 
 
 
 
 
 
 

4 commenti:

  1. Dev'essere bellissimo! Ma si riesce a trovare?

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  2. ....lo ho in cassetta ma si trova facilmente anche su internet. Contattami e vedrò cosa fare ;-)
    malealeit@hotmail.it

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  3. provo a vedere se riesco a scaricarlo! Grazie

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