La nascita del cinema, all'inizio del XX secolo, creò un nuovo campo d'applicazione "legittima" per il nudo (non integrale), sia femminile che maschile: le foto "discinte" dei divi del grande schermo, che iniziarono ad essere proposti e venduti come "sex symbols". Fin dall'epoca dei divi del cinema muto ci rimangono foto di attori a torso nudo o in costume da bagno.
Queste foto erano commissionate dagli stessi "studios" che avevano sotto contratto gli attori, ed erano destinate soprattutto a un pubblico femminile di "fans", tramite riviste specializzate, sempre più diffuse e vendute a basso costo anche a livello popolare.
Da questo punto di vista, il cinema crea un nudo maschile "popolare".
Nel dopoguerra, pur permanendo in Europa la tradizionale produzione di nudo maschile legato all'arte e allo sport la leadership della produzione passa decisamente agli USA, che paradossalmente erano una nazione assai più puritana di quanto non fossero in quel periodo mediamente i paesi europei. Il nuovo benessere di massa, e la crescita vertiginosa della sottocultura omosessuale, avevano però portato a un'esplosione della domanda di nudo maschile commerciale, e la chiusura delle frontiere a immagini considerate "oscene" costrinse gli statunitensi a dotarsi infine di una produzione nazionale.
L'inizio di questa epopea coincise con l'ascesa di studios come quelli della AMG o di Bruce of Los Angeles, in cui non compare ancora una vera e propria pornografia ma il corpo maschile viene di volta in volta esaltato con il pretesto di posing da culturisti o scene in cui vengono valorizzati aspetti legati al naturismo (coerentemente con l'oggetto di questo blog pubblico un simpatico esempio di tali filmati).
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